Marta è di malumore
(Trad. dal ceco di Laura Angeloni, letto e interpretato da Elisa Galvagno)
Marta è di malumore. Dice che non ha più intenzione di aiutarmi con queste stupidaggini, che ha un sacco di lavoro da fare in giardino ed è nervosa soprattutto per questo. Deve rincalzare le patate, a meno che non ci sia qualcuno che lo faccia al posto suo. A guardarsi intorno, le sembra di non vedere anima viva. Che ha già abbastanza problemi con la siccità. Se continua così le patate saranno piccole come perline, per non parlare dell’aglio e della cipolla. Il pozzo è allo stremo, ormai più di un rivolino d’acqua non ne tiri fuori. E io che non faccio che romperle le scatole per quelle stronzate che comunque non guarda nessuno. Che farò quando fra un mese non ci sarà più niente da mettere sotto i denti, mi sazierò con i miei filmatini?
Eppure all’inizio le piaceva così tanto. Anche lei cova dentro di sé bisogni creativi mai espressi. Tutte le sue figurine all’uncinetto che produce la sera da anni; con l’uncinetto ha fatto vari personaggi del presepe, tutte le statue del ponte Carlo e l’ultimo governo ceco per intero, compresi i ministri destituiti e i loro sostituti. Ha fatto Quentin Tarantino e Mao Tze Tung, Lída Baarová con Goebbels. E le sue figurine le abbiamo utilizzate per diversi videotutorial di sopravvivenza.
Quando hanno chiuso i negozi ne abbiamo girato uno con Jirka Bartoška, detto Barťák, che mostrava come costruirsi un arco con le frecce. Marta stava davanti al microfono e cercando di imitare la voce vellutatamente impostata di Barťák e la sua dizione sgraziata diceva: “Per determinare la giusta ampiezza dell’arco appoggiate la mano destra sul fianco destro e allungate il braccio sinistro il più possibile. La distanza tra i due punti corrisponde all’ampiezza esatta”.
Abbiamo dovuto girarlo a varie riprese, perché a Marta veniva sempre da ridere. Non ero infastidito, mi piace quando ride, intanto io preparavo l’animazione col nostro Barťák di cotone, che allargava le braccia e si scontrava sempre col suo naso aquilino e Marta rideva a crepapelle. Fretta non ce n’era, nessuno dei due lavorava più e le pecore badavano a se stesse. Pur se non ne avessimo ricavato niente, ne sarebbe valsa la pena anche solo per vedere Marta ridere così. Ha una risata gutturale, come una vacca che partorisce, sembra che la tiri fuori dalle profondità della terra.
Il primo video si è propagato come il fuoco, d’un tratto centinaia di fan non chiedevano altro che vederne di nuovi. Nel successivo abbiamo inscenato una partita di calcio a distanza, ventidue figurine che giocavano un incontro decisivo, ognuno nel suo soggiorno. Di calciatori avevo però solo Panenka e Maradona, quindi ho dovuto completare la formazione con San Venceslao, Goebbels e altri. Marta non era ispirata, quindi la radiocronaca ho dovuto farla da solo. E alcuni commenti mi hanno fatto nero: “Ma che radiocronaca è, bestia, l’hai mai vista una partita vera?”, e io e Marta ci siamo fatti una bella risata.
Poi abbiamo girato un video sulla caccia alle rane. Paris Hilton agitava una torcia nel buio e in tono molto affettato diceva che le rane, di notte, ovvero quando sono più attive, le individui, non immagineresti mai! Grazie al loro gracidio! Devi avvicinarti, abbagliarle con una fonte di luce e tramortirle con una mazza da baseball! Le rane sono commestibili, ma alcune nascondono sotto pelle un veleno – quindi prima della consumazione dovete scuoiarle! Le coscette di rana sono una délicatesse assoluta, hanno lo stesso gusto del pollo, ma che dico del pollo? Sono molto meglio! L’ultima scena era una ripresa dettagliata della nostra Paris Hilton a uncinetto mentre, con il suo mostruoso chihuahua attaccato a una mano e la chiavettadella rana a molla nell’altra, fa schioccare rumorosamente la lingua.
Quella volta ci hanno dato parecchio addosso tirando in ballo il maltrattamento degli animali, si è espressa a riguardo persino un’associazione per la protezione animali. Con un certo disgusto hanno condiviso il video anche i vegani, quindi di colpo di sono aggiunti diecimila spettatori da tutto il mondo. Hanno scritto su di noi un paio di articoli su riviste nazionali ed estere. Persino al notiziario in televisione hanno parlato di noi, in chiusura, tra le curiosità.
John Travolta ha illustrato come farsi venire dei bei boccoli col phon in assenza di parrucchiere. In un video sul taglio di capelli casalingo hanno recitato anche le nostre pecore. Il nostro Přemek Podlaha all’uncinetto ha presentato un tutorial su come estirparsi un dente. “Il sapone è un disinfettante fenomenale!” ha commentato con la sua voce saggia. “Come le mani, anche la ferita bisogna lavarla con l’acqua bollita. Se impossibilitati a procurarvela, usate l’urina! È un liquido sterile e la ferita non si infetterà!”
Ogni giorno un video lungo dai due ai tre minuti, a girarli ci divertivamo un sacco e col passare del tempo siamo migliorati molto, ormai riuscivamo a capire la via più diretta per arrivare subito allo scopo, tecnicamente e concettualmente. Ricevevamo molti messaggi incoraggianti e anche ringraziamenti, perché con i nostri tutorial la pesantezza della quarantena era più sopportabile.
“Fuori è buio, si sentono solo le sirene delle ambulanze e lo scroscio dei vetri delle vetrine spaccate dai poveri che, ormai privi di tutto, saccheggiano i negozi”, ha scritto per esempio un fan di Brno. “E io me ne sto qui seduto a guardare un video dopo l’altro e so che andrà tutto bene. Vi ringrazio con tutto il cuore, è grazie a voi se non sprofondo nell’angoscia”.
“Cazzo, fratello, grazie!”
“Non ho mai visto niente di più stupido. Mi congratulo per aver abbassato l’asticella dell’intrattenimento al suo minimo storico!”
“Potreste scrivermi per piacere che spezie usate per le coscette di rana?”
Avevamo seguaci nelle Filippine e persino nell’isola di Pasqua. Era inebriante.
Poi è iniziata la discesa. Ogni giorno i like si dimezzavano. In tutto il mondo hanno cominciato a verificarsi guasti alla rete elettrica. Circa un mese dopo, la città che vediamo dalla nostra collina è avvolta nel buio, non viene più illuminata. Grazie ai pannelli solari sul tetto noi possiamo ancora accendere la luce, se splende almeno un po’ il sole. E anche riscaldare l’acqua. La legna ci basterà per qualche inverno e ho avvolto il recinto col filo spinato e munito la casa di balestre che si attivano grazie a un pedale.
In caso la situazione dovesse volgere al peggio, in cantina abbiamo un generatore di corrente diesel. Solo con l’acqua nel pozzo siamo messi male. E Marta mi dimagrisce a vista d’occhio, nemmeno girare i video la diverte più.
“Marta, c’è rimasto del pollo nel congelatore?”
“Sì,” sospira lei, “quello dell’azienda di Andrej Babiš,l’avevi comprato per sbaglio e mi ero rifiutata di cucinarlo. È l’ultimo che abbiamo”.
“Allora tiralo fuori, Marta mia. Facciamo un video tutorial su come arrostire un pollo in una scatola per munizioni”.
“Ma piantala!”
“Non dobbiamo arrenderci”.
Scuote la testa e lascia cadere le braccia. “Ti voglio tanto bene” dice, “e mi piace quello che fai. Ma ti pare che qualcuno possa ancora guardarli, questi stupidi video? La gente ha altri problemi. E anche se volessero non potrebbero, perché la corrente non ce l’ha quasi più nessuno”.
Prende la cagna e va a fare una passeggiata nel bosco. Ora non la richiama più quando si lancia all’inseguimento di una lepre o di un cervo. Ancora non ha preso niente, non è più una giovincella, ma magari un giorno ce la farà.
Guardo i grafici di visite del sito e vedo che da ieri abbiamo avuto in tutto sei spettatori. Mi alzo e vado a dar da mangiare all’ultimo coniglio.
“In agrodolce o alla panna?” gli chiedo scherzoso, grattandogli il mento. Il coniglio soffia, non ha mai gradito le mie battute.
Tornando dal bosco Marta mi porta il pollo senza dire una parola. È già scongelato, deve averlo tirato fuori già prima di uscire. Mi porta anche i protagonisti del video – gli animali all’uncinetto, la giraffa, lo scoiattolo, il cagnolino. Mi osserva in silenzio mentre muovo gli animali, lascio cadere il cane nella scatolina di latta che lo scoiattolo ha precedentemente ripulito con la coda dai rimasugli di polvere da sparo, li faccio accendere il fuoco, le cui fiamme sono fatte di fogli di celluloide, il pollo nella scatolina di latta non c’entra, gli animali non riescono a chiudere lo sportellino. Marta sospira ed esce in giardino a rincalzare le patate. Una settimana fa, mentre facevamo l’amore, le ho schiacciato gli occhiali, quindi non può più leggere libri e nemmeno risolvere i cruciverba. Ma lei non ha detto nemmeno una parola, in questa settimana non ne ha mai fatto cenno.
Il segnale è instabile, quindi ci metto incredibilmente tanto a girare il video. Marta torna e guarda lo schermo da sopra la mia spalla finché non appare la scritta: “Il suo video è ora pronto per essere riprodotto”.
Guarda gli animali all’uncinetto che preparano il pollo di Babišarrostito nella scatolina da munizioni secondo il manuale del reggimento di forze speciali SAS, e all’improvviso dentro di lei comincia a gorgogliare una risata dal profondo. Ahah ahahah ahah uhahaha… ride tanto che la cagna alza la testa e ci guarda con aria confusa.
“Non è possibile” ride con le lacrime agli occhi. “Sei proprio scemo!”
La cagna per sicurezza lancia un abbaio.
Poi sotto il video compare un like titubante. Marta si fa seria eannuisce col capo.
All’improvviso lo schermo del computer si spegne, così come le spie di tutti gli elettrodomestici. Il frigorifero ha un sussulto.
“Continua” dice Marta. “Vado ad avviare il generatore”.
Marta mi sorride incoraggiante. Sappiamo entrambi da tempo che non smetteremo mai.
Bianca Bellová, Praha, 01.5.2020
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