Libreria Einaudi di Udine. Due storie che s’incrociano: #inViaggioconMiraggi
La poetessa Antonella Bukovaz incontra il suo editore Fabio Mendolicchio in una delle tappe del suo Giro d’Italia in vespa
Ieri pomeriggio, la Libreria Einaudi di Udine è stata luogo d’incontro di una presentazione eccezionalmente insolita del libro di poesie “Casa dolce casa” di Antonella Bukovaz. Trasformata in una delle tappe di un bizzarro Giro d’Italia è diventata protagonista di un evento artistico performativo, in cui anche i limiti dettati dalle misure anti Covid sono diventati, per la capacità dei personaggi, elementi teatrali.
La porta, confine fisico per chi doveva stare dentro o fuori e metaforico rispetto al contenuto del poema, ha ospitato il dialogo tra lo scrittore udinese Luca Quarin, nel ruolo di moderatore, e l’artista Antonella Bukovaz, entrambi in attesa dell’arrivo dell’editore di Miraggi Fabio Mendolicchio, il quale con un pizzico di geniale follia sta girando l’Italia in sella di una vespa attrezzata con una mini libreria per promuovere il proprio catalogo. Persino l’incessante ta-ta-ta-ta-ta delle ruspe all’opera in Via Vittorio Veneto è riuscito ad integrarsi al ritmo di questo magico incontro. Antonella Bukovaz nata a Topolò-Topolove, un borgo al confine tra Italia e Slovenia, oltre alla sua cospicua produzione poetica, teatrale e performativa collabora da anni alla realizzazione del Festival Stazione di Topolò-Postaja Topolove.
“Casa dolce casa” è uscito due settimane fa per Miraggi Edizioni, e la poetessa ha voluto sottolineare che per lei è stata una grande gioia che un editore di Torino si appassionasse al suo poema tanto da pubblicarlo. Un lavoro che mette insieme diversi frammenti della percezione della sua vita familiare, ispirati da una tormentata ricerca di equilibrio di un’identità che oscilla ai limiti di un confine, quello italiano e quello sloveno. Versi che acquisiscono passione e potenza se letti dall’autrice perché composti al ritmo dei suoni quotidiani della casa.
I testi sono scritti sia in italiano, sia in sloveno con un breve frammento in inglese. Il bilinguismo che, nel caso di Antonella è determinato da un limite territoriale, è per lei un forte spunto di riflessione sulle implicazioni a livello psicologico che ciò comporta perché, pur essendo nata parlando la variante dello sloveno delle Valli del Natisone, la lingua della socialità è sempre stata l’italiano. Lo sloveno, nonostante, appartenga alla sfera familiare e sia la sua lingua madre con tutte le problematiche che può portare il concetto di madre, come precisa la poetessa, ha dovuto comunque recuperarlo anche in termini di scrittura. Lo sente come un qualcosa che non si è ancora perfettamente innestato. Un terreno in parte inesplorato che, in questa continua e personale ricerca linguistica e di appartenenza, apre molteplici porte di confronto e sorpresa. Vivere sul confine può annullare la percezione di sé stessi creando sensazioni di attrazione e repulsione contrastanti. È un poemetto che risale ad una decina di anni fa, diviso in 7 stanze, ed inizia con una diafana descrizione della percezione visiva dell’occhio che si abitua ad entrare in uno spazio privato fino ad inoltrarsi all’interno della casa. Una casa che parla, in termini poeticamente sonori, di condizionamenti familiari e di un’esperienza assolutamente personale.
La tappa di Antonella nella Libreria Einaudi di Udine è coincisa con la tappa di un altro incredibile viaggio, quello di Fabio Mendolicchio, patron di Miraggi Edizioni, che con la vespa e la sua piccola ma attrezzata libreria ha iniziato 9 giorni fa a percorrere tutta l’Italia per incontrarsi con proprietari di librerie, gruppi di lettura e lettori e far conoscere il proprio lavoro. Un “viaggio”, che porta in seno l’accezione più amplia del termine. Partito da Torino, sede della Casa Editrice, è sceso fino a Lamezia Terme per poi arrivare ieri a Udine per incontrare Antonella e proseguire nei prossimi giorni in altre tappe italiane.
Un racconto che, per le esperienze vissute da Fabio in questo itinerante esperimento in solitario di promozione, “mai toccato dalla pioggia”, merita per lo meno la menzione del Giro d’Italia della Cultura.
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