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Cristiana Tognazzi è in libreria con “Costellazioni“, la nuova raccolta destinata a emulare il grande successo di “Blu”. A noi racconta il suo amore per la poesia.

Cristiana, come sei arrivata a scrivere poesie e alla decisione di pubblicarle?
“Se devo essere sincera non lo so nemmeno io. Sono partita da una forma diversa, utilizzavo il mio blog per raccontare ciò che si prova in determinati momenti della vita. Con il passare del tempo qualcosa è cambiato e ammetto che i social network, in particolare Instagram, hanno condizionato il mio stile: a volte riuscivo a racchiudere il tutto in poche righe anziché in pagine. E questo aspetto mi ha affascinato: riuscire a esprimere un concetto con poche parole è fantastico. Ho iniziato a pubblicare i miei scritti molto presto, ma solo da qualche anno ho deciso di dedicarmici seriamente. Prima lo facevo esclusivamente per me, adesso lo faccio per me e per tutte le persone che mi seguono: condividere qualcosa ti rende meno solo, ti fa capire che al mondo ci sono tantissime persone che provano le tue stesse emozioni e che non sono in grado di esprimerle. Sapere di essere d’aiuto a qualcuno è essenziale. La scrittura, la poesia, il racconto, le parole in generale hanno uno scopo ben preciso”.

A leggerli sono componimenti dal forte tratto autobiografico. È così o ha ragione Pessoa quando scrive che il poeta è un fingitore?
“Sicuramente ci sono casi e casi, ma io sono del parere che quando le cose si vivono sulla propria pelle è diverso. Penso che ci sia molto più amore, molto più sentimento quando qualcosa è reale. Io purtroppo, o per fortuna, scrivo solo cose che sento, cose che mi appartengono, cose che a volte possono anche avere un pizzico di fantasia, ma il reale c’è e deve esserci. Probabilmente non riuscirei a scrivere qualcosa di completamente inventato o di finto, non è una caratteristica che mi appartiene”.

Cosa pensi dello stato attuale della poesia in Italia?
“Credo che sia sottovalutata. Per esempio, la poesia contemporanea dovrebbe essere introdotta nelle scuole: i ragazzi, anche e soprattutto grazie ai social network, iniziano a conoscerla, ma l’esperienza scolastica potrebbe essere molto utile. A chi la non considera vera e propria poesia vorrei dire che la poesia può avere tante forme diverse, tante sfumature e che per coglierle basta avvicinarsi senza pregiudizi”.

Credi che i reading possano servire a promuovere i versi?
“Penso che in realtà siano una cosa meravigliosa! A me tremano le gambe quando so di dover sostenere un orale all’università quindi probabilmente non riuscirei a leggere qualcosa davanti a tantissime persone, ma ammiro molto chi è in grado di fare questo tipo di intrattenimento. Sono convinta che sia un ottimo mezzo di promozione, bisogna comunque saperlo fare perché non tutti sono portati”.

Sei molto attiva sui social, dove le tue pagine sono seguitissime: quanto è importante saperli utilizzare con efficacia?
“Al giorno d’oggi è fondamentale. Io li utilizzo da anni e questa cosa mi ha permesso di essere aperta ai cambiamenti. Mi piacerebbe molto continuare in questo ambito, vorrei specializzarmi in Social Media Marketing, anche se con il passare del tempo mi rendo sempre più conto di quanto sia difficile riuscire a seguire tutti i cambiamenti che ci sono. Tanti pensano che sia una cosa semplice, ma dietro a ogni singola foto, ogni singolo post, ogni singolo dettaglio c’è uno studio, una strategia, c’è costanza. Insomma, per quanto bello e affascinante, si tratta di lavoro vero e proprio”.

Sei attratta anche da altre forme di narrazione?
“Ammetto che mi dispiace lasciare la poesia, ma devo dire che non vedo l’ora di dedicarmi a qualcos’altro. Mi piacciono i cambiamenti, mi piace essere messa alla prova e sicuramente il 2019 per me sarà un anno nuovo sotto molti punti di vista. Mi laureo e già questo è un bel traguardo, e poi uscirà il mio primo romanzo con Rizzoli. Quindi non vedo l’ora di iniziare questo nuovo cammino. Incrocio le dita e spero il 2019 possa portarmi tante soddisfazioni e tanta felicità”.