LA RIVINCITA DEL VINILE
Surclassato prima dal CD e poi dalla musica digitale, il long playing vive oggi una seconda felice stagione. Il suo suono imperfetto appare più vero, meno artefatto. Tre libri raccontano l’emblema della musica solida
Il vinile, espressione di un’epoca superata, era stato sotterrato da un dischetto meno ingombrante, che suona per 80 minuti e non si graffia perché non c’è puntina a “leggere” i solchi. Era celebrato solo nelle fiere come il “Music Day” che ancora attira una miriade di collezionisti (prossimi appuntamenti a Roma il 2 febbraio e il 19 aprile 2020) alla ricerca di vecchi, rari e costosi 33 e 45 giri.
Ma la ruota gira ed anche il CD si era poi avviato verso la china, surclassato dalla musica digitale che si ascolta senza supporto, in vendita sulle piattaforme digitali e fruibile in streaming su Spotify e Youtube.
Il libro “Musica solida. Storia dell’industria del vinile in Italia” di Vito Vita (Miraggi Edizioni, settembre 2019) si sofferma sulla “musica solida” cioè che non è liquida (o, come uno dei discografici intervistati nel volume la definisce efficacemente, “gassosa”). Il volume è un’accurata ricerca storica sulla musica del passato, che spesso ha rivestito un ruolo rilevante socialmente e culturalmente; raccontata attraverso le vicende di chi in Italia l’ha fabbricata, cioè le case discografiche, dalle origini in forme ancora artigianali fino agli sviluppi del secondo dopoguerra e del boom dei 45 giri, per arrivare ai decenni successivi e alle crisi dovute all’evoluzione tecnologica dei supporti.
Poi è capitato l’inimmaginabile. Quando erano praticamente scomparsi, i long playing si sono ripresi la loro rivincita e sono tornati ad occupare i banchi di vendita, relegando i compact disc in spazi sempre più limitati. L’industria discografica ha ripreso a sfornare i vecchi 33 giri; erano partite per prime le etichette indipendenti specializzate in ristampe di qualità e nuove pubblicazioni, poi sono arrivate pure le case discografiche maggiori a rimettere in catalogo i magici 33 giri.
Vinile. Il disco come opera d’arte. La storia, l’evoluzione, il ritorno di Mike Evans (Atlante Editore, settembre 2019) ci ricorda che il 33 giri è anche un quadro con la sua copertina 30×30. Il volume ripercorre la storia del long playing soffermandosi sulle etichette più importanti, gli artisti fondamentali e gli album imperdibili, proponendo testimoni e protagonisti dell’evoluzione musicale degli ultimi cento anni.
Il volume di Marco Tesei, Mondo vinile. Stili, mode e avanguardie mu- sicali in un pick-up (Zona Editrice, ottobre 2019) pone in evidenza come la (ri)scoperta del vinile non riguardi solo un manipolo di nostalgici agé, ma anche i più giovani. E non sono pochi gli artisti che decidono di pubblicare le loro nuove opere su LP. Qual è il segreto del successo? Ad avviso di Tesei il vinile piace soprattutto per il suono “imperfetto”, ovvero soggetto a lievi distorsioni e irregolarità che gli conferisce un’immediatezza e una naturalezza – una “verità” – del tutto diverse dall’artefatta perfezione formale della musica digitale. Il libro apre un’ampia finestra, con tante interessanti curiosità, sul variegato mondo del vinile: storia, personaggi, saperi, tendenze, mercato.
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