«Quando ti trovi di fronte al nemico armato fino ai denti e tu impugni una pistola ad acqua, l’unica cosa che ti resta da fare è una grassa risata contagiosa. Sperando che il nemico abbia uno spiccato senso dell’umorismo.»
Come ci si ritrova “precari”? In senso generazionale prima che (e non solo) lavorativo? Una generazione messa ai margini, tanto da non meritare neppure un nome.
La ballata dei precari è un “ritratto” individuale e collettivo, senza piangersi addosso e senza autocompiacersi della sfiga di portata cosmica (o semplicemente storico-sociale) che li investe ogni santo giorno.
Un libro irresistibilmente e crudelmente comico, nella migliore tradizione dell’autentica commedia all’italiana, da I mostri ad Amici miei. Non a caso da questi testi, in origine un blog di grande successo, Silvia Lombardo in veste di regista e sceneggiatrice ha tratto i sei episodi del film omonimo, in uscita a settembre 2011.
Non a caso, film e libro sono produzioni “molto indipendenti”, interamente realizzate solo grazie alla passione, alla volontà e al lavoro non retribuito di precari, del cinema e dell’editoria.
Precari con un sogno, precari che non ci stanno.
– Ma che vuol dire “precari”?
– Che è una vita che siamo in bilico…
– No. Che stiamo cadendo. Da una vita.