Cantautore prima che poeta, Lancieri conosce la musicalità delle parole e la usa, dosandola senza sperperi, nelle sue poesie. Gioca con i cambi di vocale, con le allitterazioni e i raddoppi, inanella calembour semantici e sonori, per la gioia di chi legge.
Gioia è il forse il sentimento che più di tutte contraddistingue questa raccolta:una gioia del vivere – l’amore, in primis, senza dubbio – che si sposa con quella dello scrivere e finisce felicemente sulle pagine.
Anche quando le cose si mettono male, quando si parla di gelosia, incomprensioni, litigi e bugie, è come se l’autore vivesse questi sconvolgimenti in modo sereno, governandoli con la propria penna e con la propria tranquillità. Forse perché ben conscio che varrà sempre questa regola<em> «ci dimenticheremo tutto/ senza sconti/ non preoccuparti:/ ci dimenticheremo» </em>perciò inutile crucciarsi per qualcosa che sparirà. E certo non sparirà con quella stessa gioia con cui è arrivata, perché anche Lancieri sa molto bene che<em> «l’amore non ha colpe/ però cazzo se colpisce forte» </em>ma in fondo, cosa volete farci? Così è la vita e non esistono (o forse si) tribunali e contratti d’amore che tengano: quelli che stringono gli innamorati con i loro baci e le loro promesse valgono fintanto che vale e dura quell’amore di cui sono figli.