Una miriade di critici, letterati, studiosi, scienziati, psicanalisti, ha cercato nei decenni di decriptare Aspettando Godot di Beckett inseguendo quello che sembra un enigma allegorico spregiudicatamente celato da un abile e furbo burattinaio, rifiutandosi di rivelare chi fossero veramente i personaggi e cosa volessero comunicare, secondo i dettami del romanzo giallo.
In Aspettando Godot al Café de la Paix, l’autore si cala nei panni di un detective metafisico, sulle tracce evanescenti dell’inafferrabile Godot, Vladimiro ed Estragone. Per far ciò ha dovuto scendere negli abissi della sua psiche alla stregua di Orfeo, penetrare in dimensioni parallele utilizzando doti sciamaniche, contrastare le malvagie intelligenze che vogliono dominare questo piccolo mondo periferico e risolvere contemporaneamente i molteplici enigmi matematici, cosmologici, esoterici mimetizzati nella pièce.
Al termine di questa magica e allo stesso tempo fantascientifica indagine, in cui si sovrappongono le dimensioni del diario di vita e quelle del giallo metafisico, l’autore ha finalmente risolto il mistero dell’identità di Godot e scovato la sua base operativa…
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