L’amore, l’abbandono, l’autostima e la fragilità, le nevrosi e l’inadeguatezza, la ricerca della felicità, o almeno di un po’ di pace.
Tutto l’universo della vita di una donna visto con con la lente magica e rivelatrice della poesia.
Allegra, triste, sciocca, esaltata, innamorata, depressa, rassegnata, placida, a volte addirittura saggia.
Indecifrabile, con l’umore instabile, disposta a pagare il prezzo di venti chili in più per pochi mesi di pace chimica, ma pur sempre felice per la quarta di reggiseno che solo un buon antipsicotico può donare.
Lavoratrice instancabile, casalinga infelice, madre piena di sensi di colpa, una e trina ma comunque insoddisfatta e sempre in cerca della quarta donna che non trova, se non tra le braccia dell’uomo che riesce nell’ardua impresa di farla innamorare.
Sempre e comunque di traverso, finché non arriva un verso e poi due e poi tanti; versi che finiscono per essere l’unica vera cura al malessere di essere nata donna, di dover contenere tutto questo caos in una sola vita e in un solo corpo.
“Di traverso” è il ritratto in versi di tutte le donne, del loro sguardo sul mondo, della loro malinconica, complicatissima ricerca della felicità.