Prefazione all’opera poetica e fotografica .Lié.
In questa raccolta lo stile originale dell’autrice è un bisturi che scivola lungo il tessuto del quotidiano, pronto a sezionare via vividi istanti raccontati dal brusio di un mercato affollato come dagli angoli più bui, della strada o dell’animo umano fa poca differenza. Una carrellata a velocità ed intensità alternate, che non disdegna alcuna sfaccettatura, mettendo a fuoco uomini e donne, sogni, ansie, fondi rotti e bicchieri vuoti; sempre a caccia di una bellezza invisibile quanto l’essenziale. Sono pagine semplici, perché Lié scrive come vive, come cogliere fiori in un campo minato. Allora le emozioni possono esplodere da un momento all’altro, nascoste nel cuore di una bambina astronauta o negli avanzi che mutano in frigo, disseminate tra le righe a braccetto con gli scheletri e le speranze che ognuno seppellisce in sé stringendo i denti per fingere che la vita sia quel che sia, illudendosi di poterci sopravvivere ancora. O forse è proprio questo romantico illudersi a darci la forza per dare un senso a questa vita ingarbugliata, che scivola via troppo velocemente senza curarsi delle cicatrici che lascia dietro di sé. Perché, come scrive l’autrice, la realtà è forse un inferno, ma l’inferno è un buon posto dove vivere e morire.
di Gianluca Pavia
.a volte,
per quelli come noi,
l’inferno è un buon posto
dove vivere e morire.
.l’amore sono io.
.da me fuggono
non prima
d’avermi annusata fin dentro le ossa
non prima
di essersi curati da ogni male
e riapparire
poi
al prossimo dolore
con il loro cuore
per me
pieno d’amore.