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L’imperatore di Atlantide

di Viktor Ullmann e Petr Kien, con un contributo di Marida Rizzuti

Collana: janus|giano

9,9918,00

La storia di un’opera lirica composta nel ghetto nazista di Terezín. Un atto non solo artistico, ma anche di resistenza, che ribalta un mito caro ai nazisti, quello di Atlantide, prefigurando la caduta del tiranno. Con il testo a fronte del libretto originale e un’analisi musicografica.

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Data di pubblicazione 2019
Formato 13,5x19
Numero di pagine 208
EAN Cartaceo 9788833860329
Codice a barre

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L’imperatore di Atlantide è una breve opera lirica composta da V. Ullmann e P. Kien nel 1943-44, mentre erano prigionieri a Terezín. Si trattava di un ghetto “ modello ”, dove furono internati molti artisti e intellettuali e che fu abbellito in occasione dell’ispezione della Croce Rossa Internazionale del 1944 per ingannare la delegazione sulle condizioni degli ebrei nel Reich. Una vera e propria “ messa in scena ” nel consueto stile perfidamente beffardo dei nazisti. L’opera, al pari di tante altre concepite e realizzate a Terezín, è tuttavia un vero e proprio atto di resistenza. Ull­mann e Kien reinterpretarono infatti un mito caro ai nazisti, quello di Atlantide, paradiso perduto della purezza ariana, inscenandone – anche profeticamente – il crollo e la sconfitta.
La partitura e il libretto, che gli autori, prima di essere deportati ad Auschwitz, affidarono a due compagni di prigionia poi sopravvissuti alla Shoah, risorgono dal fondo dell’abisso in cui furono creati e giungono fino a noi come altissima testimonianza della forza politica ed etica dell’arte.
In questo volume – che presenta il testo del libretto in traduzione con l’originale tedesco a fronte –, Enrico Pastore racconta la storia dei due autori, illustra il contesto del ghetto e analizza il valore artistico dell’opera. A Marida Rizzuti è invece affidata l’analisi della partitura musicale, ricca di inserti provenienti dalla musica liturgica tedesca e da quella tradizionale ebraica, ma anche da blues, jazz e fox-trot.

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