Attraversate da un linguaggio viscerale e non allineato, intransigente e spezzato, le prose di noi bimbi atomici si offrono al lettore di oggi in un’edizione rivisitata e riscritta, un nuovo palinsesto in quattro atti – intitolati semplicemente “86”, “96”, “06” e “16” – per raccontare ciascuno degli ultimi decenni, da quello di Černobyl’, decadente epilogo di un sogno rivoluzionario di cui quest’anno cade il trentennale, a quello attuale, orfano di futuro, ma nondimeno resistente.
Altre voci, altri testi, dunque, nel segno di echi letterari sepolti in un altro e ormai polverizzato millennio e di improvvise fughe nel futuro, perché non si possa fare a meno, ancora, di sgravidare ossessioni di infanzie – e maturità – atomiche e mettere in scena, attraverso il dinamismo della sintassi, l’eversione e gli scarti di invenzioni intime e psichedeliche, la nostra contemporaneità isterica e smarrita. Un volume che celebra la tradizione novellistica nell’alternarsi del tragico e del burlesco, restituita in maschera e in sogno dentro frammenti postpunk di un dolce stil no.