«Josef Čapek scrisse le sue prime e ultime poesie nel campo di concentramento di Sachsenhausen, dall’inverno del 1942 all’inverno del 1945. Vi arrivò dopo un calvario, le cui stazioni furono la prigione praghese di Pakrac e i campi di concentramento di Dachau e Buchenwald. […] Durante gli ultimi anni di prigionia scrisse ininterrottamente ed ebbe anche modo di ritornare sui testi e apportare modifiche. Le poesie di Josef Čapek trovarono presto tra i compagni di prigionia cecoslovacchi i primi lettori. […]
Il 25 febbraio del 1945 Josef Čapek venne trasportato nel campo di concentramento di Bergen-Belsen, dove morì, probabilmente a causa dell’epidemia di tifo che decimò i prigionieri rimasti nel lager. Čapek scrisse la sua ultima poesia, Prima del grande viaggio, in prossimità dell’ultimo trasporto.
Vi sono versi in cui egli prova a dare conto del suo paradosso, ossia della impossibilità stessa della poesia di fronte alla realtà del campo di concentramento. A tratti i componimenti si fanno cronache condensate dello sterminio in atto, riuscendo a ignorare del tutto la miseria degli aguzzini, per porre invece al centro la condizione dei prigionieri. Infine è la stessa devozione per tutto il creato, di cui Josef era pervaso, quella religiosità priva di qualsiasi dogmatismo confessionale a infrangersi contro la realtà del campo di concentramento.»
[dall’Introduzione di Lara Fortunato]
Le edizioni
La prima edizione delle poesie risale al 1946 (Fr. Borový, Praha) e si deve alla cura del poeta Vladimír Holan, al quale, Jarmila Čapek, moglie di Josef, aveva dato in lettura le poesie ricevute durante la guerra. Le edizioni successive (Odeon, Praga, 1980 – Triáda, Praga, 2010), curate dal critico letterario Jiří Opelík, presentano una ricostruzione puntuale e completa dell’intera raccolta che conta in tutto 121 poesie. Di recente in Germania è stata pubblicata in traduzione (con testo a fronte) una scelta di poesie (Josef Čapek, Gedichte aus dem KZ, Arco, Wuppertal, 2016), curata da Urs Heftrich – che ne è anche il traduttore – e Jiří Opelík. L’edizione tedesca contiene 44 poesie.
La traduzione italiana è condotta sul testo dell’edizione ceca del 2010 (così come quella tedesca). Intendiamo presentare al pubblico italiano un numero significativo di poesie che sia rappresentativo dell’intera raccolta.