Si sente sempre raccontare il dopoguerra come un’epoca che si proiettava con leggerezza ed entusiasmo verso l’avvenire, sulle ali dei ritrovati valori democratici. Ma era davvero così?
Quando i padri camminavano nel vuoto racconta la generazione dei padri che hanno fatto la guerra, il loro smarrimento di fronte a un presente inaspettato e al progressivo allontanamento dei figli che, già molto prima del Sessantotto, si preparano a prendere il potere. Figli che si sono fatti maestri di se stessi: nell’educazione sentimentale, sessuale, culturale, nella costruzione di una strategia di guerra che spazzerà il passato. Soprattutto, intorno ai padri aleggia un’aria di sconfitta. E i figli, feroci, la fiutano.
Alla vecchia generazione appartiene il padre del narratore, fervente latinista, che cerca di animare la vita culturale di provincia inimicandosi concittadini e politici influenti, che traduce in latino Il giovane Holden per far avvicinare gli allievi alla lingua antica… Bizzarro e inattuale, buono e inutilmente intelligente, infelicemente innamorato di due donne: la sua figura donchisciottesca attraversa il romanzo e domina l’immaginario del figlio, per spegnersi nell’amarezza. Con una sorpresa finale.
Anche il figlio amerà due donne: annodando il proprio destino a quello del padre con i fili degli amori difficili e della lotta silenziosa tra le rispettive generazioni.
Quando i padri camminavano nel vuoto
Collana: Scafiblù10,99€ – 20,00€
Gli occhi taglienti di un bambino raccontano lo smarrimento della generazione che ha fatto la guerra – quei «padri che camminavano nel vuoto», verso il ’68, cioè verso la cancellazione del loro mondo – attraverso la cronaca delle avventure tragicomiche del padre (donchisciottesco latinista di provincia, sconfitto ma pieno di dignità) e di un amore che travalica il tempo e le generazioni.
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Autore/i
Piergianni Curti
Piergianni Curti è nato nel 1943 e vive a Torino. E' laureato in Fisica e insegna Matematica all'università. Ha pubblicato un libro di poesie, Qzearas (1969), ha vinto il premio Gran Giallo città di Cattolica 2003 con il racconto Pink Moon. Più di recente ha pubblicato su «Atti impuri» il racconto Il cane quotidiano (2010). Ha scritto per il teatro, ha diretto compagnie, teatri e festival.