Volfango 18 anni, è scomparso. Morto. Gli amici hanno messo al suo posto, dietro il banco, un macabro pupazzo di cartapesta dipinto di blu. Per nutrire l’illusione che sia ancora con loro, in classe.
Volfango, “che non c’è più”, pervade la vita degli altri con le sue immagini, con il suo fantoccio. La sorella Giovanna, annullata dal dolore. I compagni di scuola e gli amici della band. Antonio e Piergiorgio, che partono per non tornare più indietro, e si scambiano le esistenze, per riconquistarne il senso. E poi Hanna, la sua insegnante di tedesco, con le sue passioni malate e il delirio di guidare un gruppo di terroristi fuori tempo – cattiva maestra e mela avvelenata, sensuale esca del male.
Il romanzo incalza e provoca il lettore come un thriller, coinvolgendolo nel suo gioco destabilizzante di intrecci e colpi di scena nella duplice ambientazione tra Cagliari e Bologna: una sorprendente spirale che inghiotte vite disallineate, a cui Calderoni ci aveva già abituati nel primo romanzo, lasciamisenzafiato.
Ma la verità preme e si rivela proprio dalle reciproche falsità, restituendo ai protagonisti qualcosa che sembrava perduto, la possibilità dell’amore, di una vita normale. Il veleno, tuttavia, resta in circolo…