San Francisco Rock è l’opera prima di Marcello Oliviero, laurea in lettere e vita professionale particolarmente intensa. E’ un romanzo che nasce da una passione personale, legata alla musica. Ma con un tema di fondo quanto mai attuale. La musica innanzitutto: “Ho iniziato a scrivere quando ho chiuso con il mio gruppo i Gardening at night. Eravamo in 5, io suonavo la batteria. Facevamo musica indie, siamo andati avanti per tre, quattro anni. Avevo ristrutturato la mia vita, sentivo la necessità di fare qualcosa e ho iniziato a scrivere.Volevo raccontare una storia che mi sta a cuore, di ragazzi che cercano di trovare una strada nella vita. Non potevo ignorare la musica, che è stato uno degli aspetti più importanti della mia esistenza”.
La musica, quindi. Ma anche un filo conduttore che si innesta nella realtà dei nostri giorni, ovvero le fake news.
“Sono quattro ragazzi che vogliono emergere. Un giorno fingono di aver trovato un vinile degli anni Settanta, in cui però mettono le loro canzoni. Il trucco nasce come la volontà di ribellarsi a un sistema che non li considera, diventa la necessità di creare una notizia per far sapere che anche tu hai una storia, e qualcosa, da raccontare. Vogliono rendere vivo il loro sogno di suonare. Pubblicano il disco e lo danno in pasto a un universo che, spesso, non sa distinguere la verità tra ciò che non lo è”.
Si può parlare di menzogna a fin di bene? In fondo non fanno male a nessuno…
“La storia ruota attorno alla menzogna come necessità di trovare una propria via. La menzogna che si trasforma in una storia rende appetibile la realtà, che – vista da fuori, quella altrui – ci sembra sempre dorata. Noi abbiamo questo problema: sembra che intorno tutto funzioni mentre noi non riusciamo a combinare nulla. Poi ti accorgi che questa perfezione non esiste”.
Quale personaggio impersonifica al meglio quello di protagonista-vittima della menzogna?
“Si vede molto in Keith. E’ un vecchio bluesman che ha avuto successo con due canzoni e poi si è bruciato tra droga e alcol, mandando la vita a rotoli. Potrebbe essere un misto tra Mick Jagger e Keith Richards, se non fossero diventati i Rolling Stones. Keith torna alla ribalta accodandosi alla storia dei protagonisti, rendendola così reale: su appropria di questa menzogna”.
San Francisco Rock è una storia corale.
“Lo spirito dei quattro è quello di un gruppo, di una collaborazione, con i pregi e i difetti che ci sono nell’equilibrio delle varie pulsioni. La distruzione di una band è sempre dietro l’angolo. Loro trovano l’unità e superano le sfide. Nessuno è meglio di un altro, ognuno porta se stesso”.
E San Francisco Rock è a sua volta parte di un progetto.
“Di un progetto creativo. Ci sono io, ovviamente. Poi c’è Giulia Ronzani, una fotografa: due sue immagini sono sulla copertina del libro. E poi c’è Nicola Cavallaro, cantante, arrivato quarto a The Voice France nell’ultima edizione. Lui ci ha messo la voce credendo e condividendo questo sogno. E’ un libro che si trasforma in conoscenze, in relazioni. Fai tutto per gli altri e con gli altri. C’è sempre stata grande condivisione tra noi tre e il libro non sarebbe nato da me solo, anche le canzoni. Magari sarebbero state diverse, ma c’è la forza di far uscire le cose con la creatività degli altri”.