L’autore di “Santi, poeti e commissari tecnici” (Miraggi Edizioni, Collana Golem,2019, pp. 192, euro 16) è Angelo Orlando Meloni che, nato a Catania, ambienta la sua raccolta di sei racconti nella sua Sicilia.
Con una scrittura molto divertente e dissacrante racconta la fine del mito tutto italiano del “campionato più bello del mondo”. Il primo racconto è quello che dà il nome all’intera raccolta e al centro della storia troviamo la Vigor, squadra di Vezze Sul Mare, che fin dalla fondazione non ha mai vinto una partita e neanche è mai stata retrocessa, pur arrivando sempre ultima. L’allenatore inizia a essere contattato dal parroco del paese che gli dà dei consigli sulla formazione che gli arrivano dalla beata Serafina. Quando arriva il momento di giocare contro l’A. S. Marina, la squadra del comune gemello, Marina di Vezze, succederà di tutto e di più. Nel secondo racconto (“Precisi siamo”) un centravanti alcolizzato “el raton” e un’intera comunità si illudono di meritare “il calcio che conta”. Nel terzo racconto (“Ode al perfetto imbecille”) un ragazzino che, pur essendo bravissimo a giocare, non viene mai messo in campo perché figlio di un tizio stravagante, e a lui viene preferito un altro che l’allenatore e il presidente sono obbligati a far giocare perché “quando si arrabbia l’avvocato Cesari per noi sono cazzi amari”. Nel quarto racconto (“L’aeroplano”) un arbitro incorruttibile, durante l’ultima partita della sua vita, deve fare i conti con il suo passato e con i desideri di un ragazzo perduto. Nel quinto racconto (“Perché no”) una stella della serie A, ex divo del pallone, ordisce la sua vendetta contro chi, anni prima, l’ha fatto scendere dal piedistallo e cadere nel dimenticatoio. Nell’ultimo racconto (“Il campionato più brutto del mondo”) la Serie A rischia la catastrofe a causa dell’ex moglie di un dirigente invischiato con il calcio minore, che pretende gli alimenti arretrati dal marito.
Il libro di Angelo Orlando Meloni ha un sapore tragicomico, dove l’umorismo non è fine a se stesso ma denuncia un mondo di ingiustizie e compromessi. Per l’autore “In Italia la vera religione è il calcio. I miei personaggi sono perdenti con un cuore grande”. “Santi, poeti e commissari tecnici” si legge tutto di un fiato, è divertente e fa riflettere su un mondo che si è lasciato trascinare spesso in scandali e illegalità e che gli hanno tolto quel fascino irresistibile che aveva un tempo.
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