Recensito da Tommaso De Beni
Descrizione: Santi, poeti e commissari tecnici è una raccolta che racconta con ironia e tenerezza e una scrittura scoppiettante il senso di una fine: il crollo del mito tutto italiano del “campionato più bello del mondo”, una bufala identitaria a cui abbiamo voluto credere per anni, una vera e propria religione di stato la cui dissacrazione ci renderà – si spera – un po’ più leggeri e meno tronfi, un po’ più umani, sopportabili e meno sfegatati.Santi, poeti e commissari tecnici è uno spaghetti-fantasy calcistico dai toni agrodolci che parla dritto al nostro cuore, al cuore di una nazione che sul calcio ha strepitato troppo e troppo a lungo perché, versata una lacrima, non fosse giunto il momento di riderci su.
Angelo Orlando Meloni, Santi, poeti e commissari tecnici, Miraggi edizioni, 188 pagine
Santi, poeti e commissari tecnici è uno spaghetti-fantasy calcistico dai toni agrodolci che parla dritto al nostro cuore, al cuore di una nazione che sul calcio ha strepitato troppo e troppo a lungo perché, versata una lacrima, non fosse giunto il momento di riderci su. Un libro comico, commovente e liberatorio. La raccolta comincia con il lungo racconto che dà il titolo all’opera, una storia sul miracolo della statua votiva della beata Serafina, che all’improvviso suggerisce al parroco del paese la strategia per stravincere il campionato. E finisce con Il campionato più brutto del mondo, l’ultimo racconto, sull’effetto domino che porterà alla chiusura della serie A non appena l’ex moglie di un dirigente invischiato con il calcio minore avrà preteso gli alimenti arretrati. In mezzo, un centravanti alcolizzato e un’intera comunità si illudono di meritare “il calcio che conta”; il giovane calciatore più forte del mondo (o del suo quartiere) scopre quanto sia spiacevole scontentare i genitori VIP degli altri ragazzi; un arbitro incorruttibile durante l’ultima partita della sua vita deve fare i conti con il suo passato e con i desideri di un ragazzo perduto; una stella della serie A ordisce la sua vendetta contro il destino. Storie di calcio e storie d’amore, d’amori mancati e sogni infranti. I sogni dei tifosi, insomma.
Il libro di Meloni fin dal titolo evidenzia l’intenzione di raccontare lo sport più diffuso in Italia. Del resto i classici discorsi da bar nel nostro Paese vertono sempre su politica e calcio. E al bar ci sono le persone vere, come direbbe Filippo Nardi, la gente, il popolo, come va di moda dire adesso. E del resto spesso non si tratta solo di discorsi, spesso calcio e politica si intrecciano, perché sono due ambienti dove girano soldi. Sesso, droga, corruzione, avidità, malaffare permeano entrambi i mondi. Ma il calcio è anche una passione, dal greco pathos, che letteralmente significa sofferenza. Infatti quando si parla di passione di Cristo non si parla certo del suo hobby per la falegnameria. E quando intrecci vita e passione così intensamente come fanno in Sudamerica, il calcio è vita e la vita è calcio, e allora sei disposto a tutto. In più, siamo un Paese dove la religione di Cristo è predominante, e si riempie di storie truculente, sanguinose, di martiri. Dove le processioni religiose si fermano davanti alla casa dei boss per omaggiarli. Dove alcune persone agiscono al di fuori della legge convinte di essere mosse da un potere superiore che li spinge a compiere azioni magari abiette ma con uno scopo alto, un risultato che ancora non si vede ma sarà un bene superiore per tutti. Siamo però un popolo che vive costantemente il contrasto e la contraddizione tra la spiritualità e gli scopi materiali. E del resto ce la ricordiamo tutti la religiosità particolare di Maradona, ma anche del più teutonico Trapattoni, con la sua acqua santa in panchina. Il libro è composto da sei racconti: il primo è il più surreale, rocambolesco e onirico, con animali parlanti, uno stabilimento petrolchimico altamente inquinante, preti, frati, e la statua della beata Serafina. Meloni infila spesso citazioni da nerd, riferimenti cinematografici e musicali. Gli altri racconti sono più “realistici”, sempre rocamboleschi ma meno surreali e più in stile “Un allenatore nel pallone”. Alcuni anche a modo loro commoventi, come “Ode al perfetto imbecille”, altri quasi noir come “Perché no?”. Filo conduttore è l’ironia, la voglia e la capacità di prendere e prendersi in giro, di creare situazioni assurde. Il che rende questo libro, indipendentemente che uno sia o no intenditore di calcio, una lettura fondamentalmente divertente.
QUI l’articolo originale: http://www.i-libri.com/libri/santi-poeti-e-commissari-tecnici/?fbclid=IwAR06KpR8Hqb6ogxq9PstpIRmECSdB5MyQkLlJIK0_5yJSFmkU43O0DAeUCc