1. “Roma”, di Nicola Manuppelli, Miraggi Edizioni, 2018, € 18,00
Chi ha vissuto a Roma almeno per un breve periodo amerà sicuramente questo romanzo.
Chi non ci è ancora stato perché conserva una qualche ritrosia, con questo romanzo imparerà ad amare la città eterna.
Non si può non scrivere di Roma, a dispetto di ciò che si dice, cioè che col tempo Roma è peggiorata (secondo me è vero), che non è più la Roma di una volta (quale città è ancora quella di una volta oggi come oggi?).
Il romanzo di N.M. vale senza dubbio anche come guida turistica, con tutti quegli aneddoti su alcune zone della città e indicazioni di ristoranti e trattorie, ricette, canzoncine (non ho potuto trattenere una lacrima quando ho letto il riferimento all’Hostaria che c’era un tempo all’ombra della Sedia del Diavolo, nel quartiere africano).
Per finire abbiamo fatto il giochetto di commentare alcune citazioni scelte dal suo romanzo,
Molto altro potrete sentirlo dalla sua viva voce ancora durante BookCity 2019.
– Toni sopra: ****
– Le citazioni per il mio diario: a) “In un uomo devi guardare le mani, in una donna la voce”; b) “Lo sbaglio che si fa da ragazzi […] è che si pensa di diventare subito ciò che si è”; c) “…ero innamorato. Ma come per tutto quanto il resto, il mio sentimento era privo di un oggetto. Ero innamorato e basta. Avevo quel sentimento addosso e sapevo che dovevo riversarlo su qualcuno, ma ero troppo timoroso[…] per lasciarlo esplodere e così lasciavo che mi stordisse anche lui, e scappavo quando mi si poneva di fronte la possibilità di chiarire le cose. […] Ero innamorato ma mi mancava l’amore”; d) “Roma è una città di arrivi. Si arriva a Roma sempre giovani e d’estate”; e) “Non credo che esista un destino segnato ma che il destino stesso giochi a darci delle avvisaglie per farci capire cosa succederà. Sta a noi decidere se seguirle o opporci e rimodellare il nostro futuro. In un certo senso, sono sempre stato uno che si fa trascinare dalla corrente”; f) “E’ una debolezza che abbiamo noi che siamo nati con una vena malinconica credere che al nocciolo delle nostre azioni ci sia uno scopo; vedere la necessità di un’evoluzione dove altri cercano la stabilità. Non mi accontentavo di stare a galla, volevo nuotare, solo che mentre sbracciavo mi chiedevo dove fosse la riva”;
La precedente intervista a Nicola Manuppelli per 1 TonoSoTTOsOpra la trovate qui.