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“Frigorifero mon amour”: l’intervista ad Andrea Serra su italiastarmagazine.it

“Frigorifero mon amour”: l’intervista ad Andrea Serra su italiastarmagazine.it

Di Floriana Naso

Frigorifero Mon Amour di Andrea Serra, edito Miraggi, è un libro che prova ad affrontare con ironia il tema dello spreco alimentare. Racconta, sotto forma di diario, la storia di Felice che, oltre ad essere vessato dalla moglie e dalle temibili figlie, deve fare i conti con la fuga del proprio frigorifero, esasperato da tutto lo spreco di cibo che viene fatto quotidianamente. Il frigorifero dopo aver visto l’ennesimo pacco di carote ammuffite, indossa un piumino, si mette i mocassini e se ne va via di casa per sempre. Da quel momento il protagonista avvertirà la mancanza del frigorifero in maniera lancinante e proverà in tutti i modi a ricongiungersi con l’amato elettrodomestico. Una serie di eventi travolgenti (le sedute devastanti dal dentista ossessionato dagli alieni, i week-end deliranti chiuso in casa ad ammuffire con le figlie e le colleghe fissate con le diete e lo shopping) lo ostacoleranno ancora di più, fino a quando sarà costretto ad affrontare una discesa agli Inferi per ritrovare il suo amato frigorifero e il senso della propria esistenza.
Il libro è sostenuto dal Banco Alimentare che combatte lo spreco alimentare ridistribuendo ogni giorno alimenti a migliaia di famiglie in difficoltà sul territorio nazionale.

Dalla postfazione del Banco Alimentare:
Capita così sovente che qualcosa “ammuffisca” nei frigoriferi casalinghi, industriali o delle mense che non ci rendiamo più conto che, carote, prosciutti, formaggi o mille altre prelibatezze potrebbero, se accuditi, sfamare centinaia, migliaia, anzi, milioni di persone purtroppo condannate alla miseria alimentare; questo libro, in modo scherzoso, è stato scritto per favorire la riflessione delle persone che, loro malgrado, agevolano la “FUGA DEI FRIGORIFERI”. Qualche cifra è necessaria per valutare l’ampiezza dell’emergenza alimentare: lo scorso anno (2016) sono state 815 MILIONI le persone, di cui 159 MILIONI di bambini, in stato di malnutrizione e, di questi, più di 8.500.000, di cui 6.500.000 bambini, sono deceduti per cause ascrivibili alla malnutrizione, scarsa o assente. Noi, paesi dell’Unione Europea, ogni anno produciamo uno spreco alimentare che vale 143 miliardi di euro e, se espresso in peso, sono ben 88 milioni le tonnellate di alimenti che finiscono ogni anno, gettati nella spazzatura. Il soggetto che contribuisce maggiormente allo spreco alimentare sono le famiglie con 47 milioni di tonnellate, vale a dire il 70% dello spreco alimentare europeo derivante dal consumo domestico, dalla ristorazione e dalla vendita al dettaglio. Secondo i dati Fao, solo in Italia, un anno di spreco di cibo potrebbe sfamare circa 44 milioni e mezzo di persone mentre, a livello globale, ogni anno, più di un terzo della produzione mondiale di cibo si perde o si spreca lungo la filiera: circa 1,3 miliardi di tonnellate di alimenti sono sciupati solo considerando la frazione commestibile. Il Banco Alimentare è una rete di organizzazioni (21 sul territorio nazionale), senza fine di lucro, che ha lo scopo di raccogliere le eccedenze di produzione, agricole e dell’industria alimentare, organizzando la ridistribuzione alle Strutture Caritative per aiutare i poveri e gli indigenti. Qualche numero delle attività 2016 del Banco alimentare: 588 Strutture Caritative convenzionate in Piemonte 113.200 Assistiti in Piemonte (38% delle persone in stato di povertà assoluta) 6.325 Tonnellate di cibo distribuite in Piemonte 808 Tonnellate di cibo raccolto, in Piemonte, durante la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare Questo è il valore dell’attività, visti i numeri, che può essere effettuata soltanto grazie alla collaborazione di: 1.200 supermercati che prestano i loro spazi per la buona riuscita dell’attività di raccolta 12.300 volontari dal primo mattino a tarda serata, rendono possibile la missione e la sensibilizzazione di 730.000 donatori che sentono e vivono la Solidarietà tra le persone dimostrando, in questo modo, che si può convincere molti FRIGORIFERI a non fuggire dalle nostre case perché lo spreco è stato, se non vinto, almeno compreso.

Abbiamo intervistato l’autore.

La scrittura umoristica è rara, proprio come gli attori comici; è sempre stata nelle tue corde?
No, anzi… io sono nato triste, poi la tristezza è aumentata fino a sfociare nella depressione quando avevo 16 anni. La discesa fino alla tristezza più abissale mi ha portato alla disperazione e poi… ho iniziato a ridere. Quindi ho avuto queste due fasi che mi hanno portato dove sono ora.
Da cosa è nata l’idea di scrivere racconti su questa tematica e soprattutto in chiave comica?
È nata da un episodio di vita concreta, ho semplicemente descritto ciò che ho visto. Ossia, un giorno mia moglie è arrivata davanti al frigorifero e gli ha detto la parola magica: “Apriti scemo!” e da quel momento in poi mi è venuta l’ispirazione di descrivere ciò che accadeva. Quindi ho scritto di carote ammuffite che scappavano, del frigorifero arrabbiato…
E come sta adesso il tuo frigorifero?
Non benissimo… ha fatto l’influenza. Ha contratto un virus e sta ancora prendendo gli antibiotici. Stamattina gli ho misurato la febbre e aveva sette gradi… comunque penso che si riprenderà presto!
E le carote?
Le carote stanno bene! Oramai fanno parte della famiglia… non sono tante, ma oggi la più grande compie diciotto anni e stamattina andava a dare l’esame per la patente…
In che modo si sviluppa la storia del protagonista?
La storia del protagonista si sviluppa sotto forma di diario. Questo libro è raccontato in prima persona, c’è una sequenza di episodi a partire dalla fuga del frigorifero, e da lì il protagonista capisce che ha sempre amato il frigorifero e quindi tenterà di ritrovarlo ma sarà ostacolato dalla moglie, dalle figlie, dal dentista, dal meccanico di fiducia… fino al tragicomico epilogo che scoprirete alla fine.
Quali riflessioni sarà portato a realizzare il lettore alla fine del tuo libro?
Il lettore, dopo aver letto il mio libro, credo che correrà in cucina ad abbracciare il suo frigorifero! E poi credo che farà più attenzione a tutto quello che nel frigorifero inizierà ad ammuffire.
Cosa ti ha lasciato questa esperienza?
Mi ha lasciato tantissima muffa… e dodici pacchi di carote nel frigorifero…
Cosa occorrerebbe fare, secondo te, per diminuire al minimo gli sprechi?
La prima cosa fare sarebbe quella di dare ascolto al proprio frigorifero… perché hanno molto da insegnarci i frigoriferi… in realtà basterebbe davvero poco per diminuire lo spreco, per esempio riguardo ciò che si compra in relazione a ciò che si mangia. Dopo aver scritto questo libro, per esempio a casa mia, mia moglie ha smesso di comprare le carote e quindi non le facciamo più ammuffire!
Secondo te, come è affrontato il fenomeno dai media nazionali?
Secondo me è affrontata poco e male. Se ne parla poco, è raro sentir parlare di spreco alimentare, sebbene ci sia una sensibilità crescente. Tuttavia gli altri paesi europei sono molto più avanti di noi nell’affrontare questa tematica. Uno dei motivi per cui ho scritto questo libro è anche questo: per aumentare l’attenzione di tutti su questa tematica fondamentale.
So che il tuo libro contribuirà a sostenere il Banco Alimentare, vuoi spiegarci come?
Sì, il mio libro sarà sostenuto dal Banco Alimentare a cui andranno i proventi sulle vendite e questo mi fa un grande piacere. Nel mondo ci sono 800 milioni di persone denutrite e quello che si butta nei paesi occidentali è quattro volte superiore a quanto servirebbe per sfamare quelle persone.
Hai in programma presentazioni?
Sì, porterò il libro in tutta Italia, le prime presentazioni saranno: il 17 febbraio alla libreria I 7 Pazzi a Torino. Poi il 23 e il 24 febbraio sarò a Roma e comunque sulla mia pagina Facebook ci sono tutte le date, indirizzi e orari. Il 9 marzo sarò di nuovo a Torino, alla Luna Storta e poi toccherò varie città come Cagliari, Genova e altre in giro per la penisola.

“Frigorifero mon amour”: l’intervista ad Andrea Serra su Il Risveglio

“Frigorifero mon amour”: l’intervista ad Andrea Serra su Il Risveglio

CIRIÈ. S’intitola “Frigorifero mon amour” il libro dello scrittore ciriacese Andrea Serra balzato ai vertici della classifica Bestseller Narrativa di Amazon. Tema lo spreco alimentare di cui si è parlato nei giorni scorsi in occasione della Giornata nazionale di prevenzione del 5 febbraio. L’autore lo affronta in chiave ironica facendone un’opera divertente edita da Miraggi Edizioni con il sostegno del Banco Alimentare del Piemonte. È la storia di Felice che, oltre ad essere vessato dalla moglie e dalle temibili figlie, deve fare i conti con la fuga del proprio frigorifero che, dopo aver visto l’ennesimo pacco di carote ammuffite, se ne va di casa per sempre. Da quel momento il protagonista ne avvertirà la mancanza in maniera lancinante e proverà in tutti i modi a ricongiungersi con l’amato elettrodomestico. Una serie di eventi lo ostacolerà fino a quando affronterà una dantesca discesa agli Inferi per ritrovare il suo amato frigorifero e il senso della propria esistenza.

Nato a Torino nel 1975, Andrea Serra si laurea in Filosofia e per anni ha insegnato alle superiori. Attualmente lavora in un’agenzia formativa. Nel 2016 con il racconto “Il mio dentista” vince la 15ª edizione del concorso Racconti nella rete e la 2ª edizione del concorso 88.88, premio letterario nazionale per racconti brevi, ed è tra i finalisti della 15ª edizione del Premio InediTO-Colline di Torino, sezione Narrativa-Racconto. Nel 2017 è finalista alla 16ª edizione del Premio Il Salmastro e alla 10ª del Premio Internazionale Città di Sassari e vince il premio speciale della Giuria alla 16ª edizione del Premio InediTO-Colline di Torino.

L’idea di scrivere questo libro è nata tre anni fa per dare un contributo alla lotta contro lo spreco alimentare: «Prima di tutto – spiega l’autore – un contributo concreto perché una parte dei proventi andrà proprio al Banco Alimentare del Piemonte. Poi spero nel mio piccolo di aiutare a sensibilizzare sempre di più verso questo tema fondamentale, se pensiamo infatti che nel mondo occidentale si spreca una quantità di cibo tale da poter sfamare quattro volte gli 800 milioni di persone che soffrono la fame sul pianeta, non possiamo rimanere indifferenti. Spero di far conoscere il libro anche nelle scuole per sensibilizzare anche i più giovani».

(c.f.)

“Frigorifero mon amour”: come imparare a non sprecare il cibo. Con ironia

“Frigorifero mon amour”: come imparare a non sprecare il cibo. Con ironia

Una sorta di favola moderna, in cui gli elettrodomestici prendono vita. E, al centro di tutto, un frigorifero con la sua saggezza. Andrea Serra debutta per Miraggi con “Frigorifero mon amour”: si parla di cibo e del suo utilizzo, spesso sbagliato, argomento quanto mai importante nella nostra epoca. Ma lo si fa con leggerezza, come racconta l’autore: “Il frigorifero si rivela un attivista del Banco Alimentare: una realtà che ho incontrato e che mi ha spinto ad approfondire i temi legati allo spreco. Nel libro ci rimprovera, fornendo anche dei dati su quanto buttiamo via. Il frigo è la coscienza critica, con i suoi insegnamenti. E lo spreco alimentare è una metafora della nostra società, dove ammuffisce l’umano invece del cibo”.
Come è arrivata l’idea del libro?
“In un periodo di “disperazione” familiare, quando sono nate le due bambine, che oggi hanno quattro e otto anni: non dormivano e, di conseguenza, non dormivo io. La notte ho cominciato a scrivere i primi racconti e la vena umoristica è giunta per reazione”.
Perché il frigorifero? E perché le carote della copertina?
“Il frigorifero perché è un elemento centrale della nostra casa. Mia moglie, che ha un carattere duro e diretto, lo insulta anche, dicendogli “apriti scemo”. Le carote sono quelle che lei compra a piene mani e che un bel giorno riemergono ammuffite, dopo essere state dimenticate in uno scomparto. Nel libro il frigorifero scappa, arrabbiato per lo spreco di cui è testimone ogni giorno”.
Comincia così una sorta di inseguimento.
“Lo racconto in forma di diario perché il protagonista, visto che non riesce a prendere sonno, si rivolge a uno psicologo che gli suggerisce di annotare tutto. La narrazione parte a gennaio e si conclude a dicembre, con una coda rappresentata da una discesa agli inferi per ritrovare il frigorifero perduto”.
Sembra una favola di Esopo: là parlavano gli animali, qui gli oggetti.
“L’intento è quello. C’è una poetica degli elettrodomestici, tutti si esprimono: è una favola contemporanea, con una funzione civile e morale”.
Per questo è stato coinvolto anche il Banco Alimentare?
“Scrive una postfazione in cui fornisce i numeri sullo spreco di cibo. Al Banco va anche una parte dei proventi dei diritti. Io, poi, oltre alle classiche presentazioni, ho programmato di andare nelle scuole perché, alla fine, “Frigorifero mon amour”, è un testo formativo-informativo. E divertente”.