L’uomo tagliato a pezzi, ovvero “Storia e memoria in Corte d’Assise”: la recensione di Mario Talli per il-galileo.eu
Storia e memoria in Corte d’Assise
Il pretesto è la ripubblicazione, anche come rimembranza di un periodo di storia sociale, politica e del costume ormai tramontato, di alcuni casi giudiziari maturati nella Torino dei “favolosi” anni ’60, di cui l’autore del libro che li raccoglie fu testimone e resocontista attento nella sua qualità di cronista di Corte d’Assise. Sebbene il titolo del libro – L’uomo tagliato a pezzi – intenda chiaramente sollecitare l’attenzione del lettore su uno qualunque di quei “casi”, probabilmente il più efferato, Antonio De Vito (foto a destra), essendo uomo esuberante e appassionato, si propone in realtà qualcosa di più ambizioso, precisamente una rilettura, con lo sguardo di oggi, di eventi che hanno le loro radici addirittura negli anni Quaranta e Cinquanta, quando egli era un bambino e poi un fanciullo a Torremaggiore nella Puglia ove nacque e dove vide spuntare i primi soldati “mericani” sbarcati da poco che risalivano lo Stivale diretti verso il Nord, un itinerario che una ventina di anni dopo avrebbe intrapreso anche lui sul treno “Lecce-Torino carico di migranti pugliesi poveri e disperati con destinazione Malàno o Turìno…”.
A differenza però di quei suoi conterranei “poveri e disperati”, De Vito aveva frequentato le scuole, aveva studiato legge ed era diventato avvocato e poi, per una coincidenza fortuita, giornalista, professione che avrebbe esercitato fino alla pensione non limitandosi a scrivere articoli ma anche assumendo incarichi dirigenziali negli organismi di categoria. Che la scrittura fosse la sua vera vocazione non possono esserci dubbi di sorta. Basta scorrere questo e gli altri libri che ha scritto per convincersene. La sua prosa è come un torrente in piena: quando esonda, l’acqua produce una serie di ruscelli che si diramano in varie direzioni, a volte convergenti, altre volte no. In questo suo ultimo libro i casi giudiziari si mescolano con alcune esperienze di inviato all’estero per i due giornali in cui ha lavorato: la redazione torinese dell’Unità e La Stampa e con tutta una serie di notazioni e riflessioni pertinenti e stimolanti su aspetti, vicende e protagonisti della vita nazionale, fino a formare un amalgama variamente sfaccettato ma al tempo stesso miracolosamente compatto e unitario.
Mario Talli