Arriva su una vespa blu. E si presenta con un libro in anteprima, copertina crema e titolo rosso: “Ore di Piombo” di Radka Denemarkovà, a breve in libreria.
«È la mia biblioteca su due ruote, ci faccio dei veri e propri tour riempiendo le sacche da viaggio di libri», spiega mentre si toglie il casco Fabio Mendolicchio, uno dei tre editori di Miraggi, insieme con Alessandro De Vito e Davide Reina. Entriamo da Barbagusto, nel cuore di San Salvario.
Siamo un po’ in anticipo sull’orario di pranzo perciò possiamo scegliere il tavolo e ci accomodiamo a quello vicino alla porta finestra: alle nostre spalle una parete di bottiglie di vino, a destra un cortiletto con una luce ancora calda per l’autunno.
Mendolicchio si presenta subito come editore che «vede i fenomeni da un’altra prospettiva». «Leggo i libri solo quando sono in produzione, mai prima — dice — diciamo che sono il lettore 1, da me poi inizia il viaggio nelle librerie». E a proposito di viaggi, scopriamo subito che Mendolicchio non solo fa i tour dei libri in vespa con la Ubik, ma ama anche cucinare in libreria. Perché è si editore, ma anche musicista e chef. «Ho studiato all’alberghiero e sono arrivato all’editoria per uno scherzo del destino. Ho fatto un corso di grafica creativa perché volevo applicare le nuove competenze alla mia passione per la cucina e poi con la grafica sono arrivato all’editoria grazie a un amico, mi è sembrato un percorso naturale dato che leggevo e tutt’oggi leggo moltissimo, ma non ho mai abbandonato la passione per la cucina, anzi mi piace contaminare i due mondi, per esempio i miei tour in libreria con le cene sono un format amatissimo dagli autori e dai lettori, oltre che dalle librerie».
Arriva l’oste, e scegliamo un tris di antipasti della casa, tondelli al pesto, agnolotti di Bra e Barbera (mezza porzione), acqua e un calice di Ruché. Poi torniamo a chiacchierare di libri ed editoria.
Tour in vespa e cene in libreria, ma una casa editrice torinese come Miraggi che storia ha, perché si diventa editori? «Siamo nati con il sogno di fare narrativa di viaggio, il nostro pubblico erano i viaggiatori, ma negli anni abbiamo cambiato pelle. Credo che se vuoi fare l’editore e vuoi diventare grande devi avere a disposizione grandi capitali, altrimenti devi accontentarti di quello che fai, nel enso che sei un artigiano e il tuo prodotto è l’oggetto libro, noi siamo artigiani dell’editoria».
Invito a pranzoArrivano i primi e il profumo del pesto e del ragù ci distraggono. Ma riprendiamo subito, un po’ provocatori: ma allora fare l’editore è un miraggio? Fabio Mendolicchio sorseggia il vino, sorride «un po’ sì forse, i miraggi esistono, il nostro miraggio è di fare libri belli con grande rispetto del lettore, ci piace fare libri che gli altri non fanno».
Ma è un sognatore disilluso Mendolicchio: «Ahimè è cambiata la vita del libro, è diventata brevissima, prima le novità duravano mesi, ora ogni 25 giorni c’è una nuova uscita. Il libro è un po’ come il latte, scade velocemente, solo che il latte si trasforma, diventa formaggio o altro, i libri no: tornano in casa editrice». E quindi? «Quindi mi ricordo il nostro primo Salone del libro nel 2010, eravamo solo io, De Vito e Reina, in tre facevamo il lavoro di 15 persone, con grinta ed entusiasmo. Oggi siamo diventati una cooperativa e tra i nostri piccoli successi — ce ne sono tanti — per esempio abbiamo lanciato Guido Catalano, un autore da 40 mila copie».
Il primo è finito e davanti ai piatti vuoti Mendolicchio continua serio.
«Negli ultimi 14 anni il mondo è cambiato tre volte e siamo cambiati anche noi come editori, abbiamo virato dall’orizzonte iniziale dei viaggi e abbiamo aperto la linea editoriale Baskerville, la nostra strada maestra di letteratura, italiana e dal mondo, divisa in quattro collane. La prima è Tamizdat. Col termine samizdat si indicavano, nel blocco comunista e in Urss, le opere straniere fatte circolare clandestinamente. Tamizdat erano i samizdat delle traduzioni: al suo interno Miraggi pubblica traduzioni di autori che difficilmente arriverebbero al lettore italiano, per contenuto scomodo, idee, tempismo, nonostante il valore letterario e culturale. Poi c’è Scafiblù, come venivano chiamate le imbarcazioni dei contrabbandieri di sigarette a Napoli, e tornando all’idea di clandestinità di Tamizdat, questa collana è dedicata agli autori italiani che seguono vie non ordinarie». Arriva il caffè. E prima di bere: «E poi c’è NováVlna, la collana di letteratura ceca, in ceco significa “Nouvelle Vague” e Janus|Giano, collana dedicata alle traduzioni con testo a fronte».
Il caffè lo beviamo entrambi amaro, in un sorso. Quindi per sopravvivere avete scelto le micro-nicchie di autori e di lettori?
«Ci siamo dati un’identità, chiedendoci quali libri potevamo proporre in un mercato così nervoso e frenetico che gli altri non pubblicavano».
E va bene?
«Abbiamo un bel riscontro, quello che ci fa andare avanti».
Ritorniamo all’attacco, quindi i miraggi esistono o no? Ride finalmente dopo un pranzo un po’ amaro come il caffè.
«I miraggi esistono eccome! Altrimenti non saremmo qui a combattere come editori, a leggere e pubblicare libri, l’anno prossimo sono 15 anni».
Lasciamo Barabagusto che ha ospitato le confessioni dell’editore in una sala accogliente e amica. E ci scappa l’ultima domanda sulla felicità.
«Certo che sono felice dice l’editore chef — indossando il casco — cucino e leggo tutti i giorni. Non ha prezzo alzarsi al mattino, portar tuo figlio a scuola e decidere quando inizi a lavorare e quando vuoi staccare. Il mio miraggio è fare l’editore e poterlo fare come mestiere a tempo pieno sempre di più». Sale in vespa, saluta e parte lento. Ci allontaniamo con l’idea che fare l’editore è un po’ come creare una libreria a bordo di una vespa, si va piano e non c’è molto spazio, perciò bisogna avere coraggio e fare delle scelte».
Ciao a tutti, oggi 16 dicembre 2023 è la prima volta a Cocconato d’Asti.
Anche in questo caso per le 8.30 iniziava il mercato, quindi son dovuto partire da Torino abbastanza presto con il mio carico di libri.
Una mattina dalle temperature di stagione piuttosto basse ma sopportabile, come ben sappiamo in questo inverno pazzerello. Inizio a prenderci gusto a prendere posto tra le bancarelle del mercato.
Le persone che vengono a fare la spesa al mercato non se l’aspettano di trovare una vespa adibita a libreria, colma di libri…
e posso dirvi che vedere le loro facce stupite mi piace, vedo in loro una sottile dose di dovertimento!
Ribadisco. Non lo dice nessuno ma i libri soddisfano un bisogno primordiale, fanno compagnia. Il bisogno della conoscenza e del confronto. Quello della comprensione. L’evasione e il riconoscersi nei personaggi che si incontrano. Essere in grado di utilizzare la capacità critica e analitica del pensiero anche a lavoro. La stessa abilità utilizzata per analizzare i dettagli, ritornerà utile per criticare la trama se è scorrevole o no, se è stato scritto bene, se i personaggi sono stati sviluppati in modo appropriato, ecc…
Anche qui il mio arrivo è iniziato con un buon caffè caldo, ho poi ho aperto la libreria come la vedete nella foto e nel video.
Tre persone sono arrivate dritte dritte a cercarmi e hanno comprato diversi libri, gli brillavano glki occhi e anche i miei occhi erano pieni di felicità. All’una e mezza sono andato a mangiare in un posto speciale, alla Cantina del Ponte. Ho assaggiato una tipica pizzetta bianca con formaggio e patate che si chiama Schiciola. Un buon bicchiere di vino rosso, una barbera dell’astigiano!
Nel pomeriggio le signore dell’amministrazione comunale mi hanno offerto il tè e i dolci di natale. Abbiamo chiacchierato tanto e brindato ai libri e alla lettura.
Ogni buon libro è un seme pronto a germogliare in qualsiasi momento.
Ciao a tutti, oggi 29 novembre 2023 è la volta di Neive un piccolo borgo medievale nel cuore delle Langhe. Territorio piemontese in provincia di Cuneo famoso per i pregiatissimi vini Nebbiolo e Barbaresco.
Devo arrivare a Neive Borgonuovo per le 8.30 che inizia il mercato in piazza Garibaldi e quindi son partito da Torino alle 7.30.
Una mattina dalle temperature basse. Quasi meno sei gradi e vi confermo che viaggiando ho dovuto trascorrere tutto il tempo a muovere le dita che tendevano a congelare.
Che emozione stare in mezzo alle bancarelle di frutta e verdura…
tra formaggi, salumi, pesce e vestiti. Capite vero?
I libri laddove ci sono i beni di prima necessità! Perché non lo dice nessuno ma anche i libri soddisfano un bisogno primordiale, fanno compagnia. Il bisogno della conoscenza e del confronto. Quello della comprensione. L’evasione e il riconoscersi nei personaggi che si incontrano.
Soprattutto il bisogno del piacere… e così dopo un buon caffè caldo, ho aperto la libreria come la vedete nelle foto e nel video. Chi curiosando e chi invece arrivando dritto a cercarmi, sapendo già della mia presenza, si è creato interesse e movimento intorno alla vespa. Piano piano con il passare dei minuti e delle ore la mattina è volata e ho venduto un cospicuo numero di libri. La cosa magica che un gruppo di tre anziani, dopo avermi detto che non l’avrebbero comprato un libro, mi hanno chiesto e proposto un caffè. Ho accettato e apprezzato molto il gesto. Prima o poi un libro riuscirò a vederglielo…
All’una e mezza sono andato a mangiare in un posticino particolarissimo. Il piatto del giorno era uno spezzatino con purea. Mi sono gustato questo piatto come se fosse la prima cosa che mangiassi dopo un digiuno di tre giorni!
Nel pomeriggio Annalisa Ghella il sindaco mi ha accompagnato a fare una passeggiata per le vie del Borgo alto. Poi mi ha mostrato la biblioteca posta sopra all’ufficio turistico dove gli alunni vanno a afre laboratori di lettura.
Ogni buon libro è un seme pronto a germogliare in qualsiasi momento.
Ciao a tutti, oggi 23 novembre 2023 sono iniziate le mie peripezie proprio da un borgo molto attento alla cultura e sono stato molto emozionato, oltre ad incontrare i residenti per le vie del paese, tutto è incominciato dalla scuola. Proprio così, 36 bambini che aspettavano il mio arrivo. Questo articolo che annuncia l’inizio di un’attività che definisco “rivoluzionaria” perché anche se le incursioni coinvolgeranno piccole realtà di borghi e comuni piemontesi, sono consapevole che è dalle piccole cose che nascono idee e progetti che sognano in grande.
Ci vorrà il tempo che ci vorrà ma la scommessa è questa. Riuscire a far capire che leggere un buon libro è quanto di più prezioso e importante che un essere umano oggi possa fare. I motivi sono tanti ma uno su tutti è che leggere ci aiuta ad essere migliori in qualsiasi lavoro si faccia. I più ricchi e famosi imprenditori sono tutti forti lettori. Divenire protagonisti in un determinato ambito ci chiama ad essere abili e capici nella lingua, a dominare la comunicazione, ad avere un dizionario di vocaboli più ampio possibile!
Leggere, perciò, ci trasforma in esseri pensanti dalla mente aperta, sempre di più, oltreché farci compagnia e metterci a confronto con storie che ci parlano.
Quindi ecco cosa è stato il primo giorno della Ubik Verspa Libreria, un manifesto, guardate la foto e ci troverete un folle innamorato della lettura in mezzo a 36 bambini e ragazzi che hanno portato il loro libro preferito e che è divenuto il loro volto!
Che bello.
Poi la giornata è continuata con un pranzo al bar ristorante Americano, un arrosto con purea, un buon bicchiere di vino da tavola, ho respirato aria umile e conviviale. Nulla di sofisticato. Due chiacchiere con i lavoratori che però rifiutano la lettura, la trovano noiosa, e forse, anzi per meglio dire, non sono abituati ed è ciò che frena non solo loro ma anche i loro figli, e altri.
Non è facile, è faticoso soprattutto all’inizio ma se qualcosa cattura e poi per sempre.
Nel pomeriggio ho incontrato alcune mamme che aspettavano i figli fuori dalla scuola, erano contente di vedermi lì e alcune di loro si sono regalate una lettura acquistando un libro. Questa prima giornata può bastare, felice di tutto.
Ogni buon libro è un seme pronto a germogliare in qualsiasi momento.
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